COME INTERVENIRE
© Buccoliero – Maggi “Progetto bullismo” 2006 editrice Berti Piacenza
In Italia la sperimentazione di progetti di intervento tesi a ridurre il fenomeno delle prepotenze e della violenza nelle scuole ha avuto finora un carattere prevalentemente locale, coinvolgendo singole scuole o realtà territoriali interessate ad affrontare il problema. Allo stato attuale manca nel nostro Paese un investimento più consistente e una valutazione di questi progetti su larga scala così come è stato fatto in altri Paesi europei e occidentali.
Sono molteplici le possibilità di intervento sperimentate e possibili in un intervento di prevenzione o riduzione del bullismo. Di seguito proviamo ad elencarne alcune a seconda dei livelli di intervento. Passando in rassegna i progetti realizzati in Italia e in Europa negli ultimi anni, si possono distinguere quattro livelli (Menesini 2000), ognuno caratterizzato da diverse azioni e strategie, ognuno con i propri punti di forza e di debolezza e con i propri limiti di applicazione.
1° livello: lavoro sui singoli individui (vittime o bulli) attraverso il sostegno individuale e il supporto in classe, secondo un approccio morale (giusto-sbagliato), legale (dentro-fuori dalle regole) e umanistico (comprendere invece di punire);
2° livello: lavoro con il gruppo classe attraverso un approccio curricolare per il potenziamento delle abilità sociali, la promozione della cooperazione e della solidarietà (es. “l’operatore amico”), la consulenza e la mediazione del conflitto tra i pari;
3° livello: lavoro con la comunità scolastica tramite l’elaborazione di una programmazione scolastica contro le prepotenze, in collaborazione tra scuola e famiglia;
4° livello: l’intervento con la comunità locale in un’ottica di psicologia di comunità, innescando processi di ricerca-azione che approfondiscano il fenomeno in quel contesto e ne ricerchino possibili vie risolutive, nella messa in rete di tutti gli attori coinvolti.